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Marzo 2015

Riaperta la Sala 38, intitolata alla nota scultura dell’Ermafrodito, riordinata grazie al contributo degli Amici degli Uffizi per accogliere la grande tela dell’Allegoria di Ligozzi.

“La nostra Associazione - ha sottolineato Maria Vittoria Rimbotti, Presidente degli Amici degli Uffizi -, come consuetudine ormai più che ventennale, ha condiviso con la Direzione del museo questa importante innovazione e recupero museografico, riaffermandosi mecenate attenta e affettuosa di molti dei lavori di riordino, riallestimento e restauro delle collezioni e delle sale”. 
 
La fama goduta dalla statua di Ermafrodito, raffinata copia romana di età imperiale di un originale ellenistico della metà del II secolo a.C., fu tale che, a partire dal 1669, anno del suo ingresso nelle collezioni granducali, tutti gli ambienti che ebbero l’onore di ospitarla ne assunsero la denominazione, a prescindere dall’importanza dei capolavori pittorici che ne condividevano l’allestimento. 
Non fa dunque eccezione la Sala 38 della Galleria, dove l’Ermafrodito, qui sistemato sin dalla prima metà dell’Ottocento, è il fulcro di opere ispirate alla cultura di Francesco I de’ Medici, fine collezionista e mecenate. Fra queste spicca l’Allegoria della Virtù di Jacopo Ligozzi, tela monumentale che appunto al gusto di Francesco è connessa, essendo peraltro entrata nelle raccolte granducali proprio ai tempi suoi, come fa supporre una descrizione inventariale degli arredi del Casino Mediceo redatta nel 1588. 
Il quadro fu alienato entro il 1720 e, dopo vari passaggi, fu acquistato dal mercante d’arte francese Jean-Luc Baroni che, in ricordo del padre Giancarlo, nel 2014 ha deciso di farne dono alla Galleria per ricongiungerlo al suo clima d’origine.
Le pareti del vano, cui si accede dal Ricetto delle Iscrizioni del Terzo Corridoio della Galleria, sono state tinteggiate dello stesso rosso cremisi che connota la Sala di Michelangelo e gli ambienti dedicati alla pittura del Cinquecento, al primo piano di ponente della Galleria.