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 I modelli di Narciso

Antologia del Novecento

 

In occasione dell'arrivo in Galleria della collezione di autoritratti appartenuti a Raimondo Rezzonico, una mostra alle Reali Poste illustra, attraverso un florilegio di cinquanta opere, la qualità di questa acquisizione. Non è punto facile concentrare in un florilegio di cinquanta autoritratti una collezione che ne conta quasi trecento, com'è quella ch'è stata di Raimondo Rezzonico e oggi entra nel patrimonio degli Uffizi. Quale criterio potrebbe esser buono per tirar fuori da un mazzo così folto soltanto un sesto delle presenze, e poi proporlo di maniera che risulti chiaro il vantaggio che ne potrà venire ad un museo? Si dirà: la qualità. Ma la qualità non avrà troppi sussulti in una raccolta - come giustappunto è quella Rezzonico - ch'è cresciuta nel tempo con le meditate accessioni d'un uomo sensibile, per di più consapevole del significato anche storico che la sua impresa stava assumendo. Col che potrebbe venire di cercar soccorso allora nel parametro della rinomanza degli artefici. Ma alla fine tornerebbe a valere la medesima obiezione; giacchè nella scelta d'essi Raimondo Rezzonico si sarà si fondato sulle proprie predilezioni, ma di sicuro non avrà trascurato il valore riconosciuto d'ogni singolo artefice. E dunque? Dunque s'è optato per l'arbitrio e s'è mescolato i due criteri; magari privilegiando un poco la notorietà,ma soprattutto la cronologia; preferendo cioè fra entrare nel cono di luce di quest'effimera occasione quei lavori che rimontassero ai primi decenni del Novecento. N'è venuta un'antologia che si compone di cinquanta opere, di cui - per attestare anche la varietà tecnica - ventinove sono gli oli e ventuno le carte (fra disegni, stampe e fotografie). Si tratta però soltanto di battistrada d'un drappello assai più nutrito; dove, conforme a quanto capita in tutte le collezioni, è stata e sarà la storia a scandire l'eminenze, nel volgere altalenante dei gusti. Ciascuna stagione vanta le sue propensioni. E gli stessi artisti mutano avviso (e insieme eloquio) col passare del tempo. Se n'ha sentore anche restando nell'ambito della raccolta Rezzonico, che in qualche caso annovera due autoritratti d'un unico pittore. Si troverà, per esempio, una testa giovanile d'Achille Funi (dipinta agli esordi degli anni venti ed esposta nella selezione alle Reali Poste), solida e tornita come fosse spiccata da un marmo del Foro italico, e - accanto - un veridico busto di lui della metà degli anni Quaranta, ch'è di pasta cromatica densa e di piglio espressionistico, secondo quanto proprio in quel dopoguerra s'usava negli ambienti votati ad un realismo che s'andava a contrapporre all'insorgere dell'espressione astratta.

 

Antonio Natali