Il mito di Medusa
La nuova edizione dei 'I Mai Visti' si inaugura con un'esposizione che racconta la fortuna di questo tema mitologico nelle collezioni medicee. fulcro del percorso espositivo una 'medusa' di scuola fiamminga, un tempo attribuita a Leonardo.
Il dipinto su cui si incentra l'edizione 2008 dei 'Mai Visti' è una testa di Medusa di scuola fiamminga che nel Settecento ha goduto di una reputazione molto lusinghiera, essendo stata identificata come un'opera perduta di Leonardo da Vinci, nota dalle fonti. Intorno a questo fulcro la mostra costruisce un tragitto, attraverso testimonianze artistiche archeologiche, grafiche, orafe, glittiche, pittoriche, numismatiche e di corredo militare, che illustrano la fortuna di questo soggetto mitologico in rapporto al collezionismo mediceo. A partire dal Rinascimento, i Medici possedettero alcune delle opere d'arte più significative dedicate al mito di Medusa: la Tazza Farnese, un dipinto di Leonardo citato da Vasari, la Gorgone del Perseo di Cellini e quella del Caravaggio. Oltre a tali lavori molto celebri, il tema di Medusa ricorre in tutte le tipologie artistiche delle collezioni del casato fiorentino e proprio per le sue valenze simboliche compare a volte come attributo dei membri più importanti della famiglia. La fama delle celebri Meduse realizzate, acquistate o commissionate dai Medici fu trasmessa anche attraverso importanti testimonianze letterarie dedicate a queste opere, come i versi di Giovan Battista Marino ispirati allo scudo del Caravaggio. La potenza icastica dell'immagine orrifica e la forza simbolica delle possibili interpretazioni del mito (Medusa come una fanciulla bellissima violata da Nettuno in un tempio di Atena e per questo trasformata dalla dea in una creatura mostruosa; Medusa come spaventoso attributo della dea della sapienza che rappresenta il pietrificante potere della saggezza sugli ignoranti; e ancora Medusa come mostro sconfitto da Perseo, o come arma nelle mani dell'eroe, etc.) possedevano entrambe un'attrattiva molto forte: l'antica immagine permetteva di trasmettere diversi significati e rappresentava quindi una risorsa facilmente plasmabile per le variegate esigenze della cultura letteraria e figurativa legata agli ambienti di corte. La ricorrenza dell'immagine di Medusa nella committenza medicea offre l'occasione per mostrare come un tema mitologico possa diventare simbolo del potere principesco in un rapporto con la classicità che si rinnova continuamente. Naturalmente, niente si sarebbe potuto realizzare senza il contributo dell'Ente Cassa di Risparmio e degli Amici degli Uffizi, che hanno sposato con tanta libertà intellettuale le politiche culturali della Galleria.
Valentina Conticelli