Le portiere medicee Acton e Uffizi
Nella ricca collezione dei circa mille arazzi dei musei statali fiorentini, numerose e variate iconograficamente sono le portiere, ma veramente singolare è stata la recente presentazione congiunta di una di esse, appartenente alle collezioni degli Uffizi, e una della collezione Acton, di proprietà della New York University di Villa La Pietra a Firenze.
C'è nello spirito della Galleria di stringere relazioni forti con Istituti culturali importanti, anche non italiani. La Portiera con lo stemma dei Medici, restaurata per il generoso sostegno dell'Associazione Amici degli Uffizi, era parte degli arazzi che nel 2006 avevano documentato in una mostra agli Uffizi ("Gli arazzi dei granduchi. Un patrimonio da non dimenticare") le problematiche della collezione. Claudia Beyer e Costanza Perrone da Zara, nel Laboratorio Tessile di Villa La Pietra, hanno condotto il restauro di quest'arazzo, come di quello di proprietà della New York University, con le armi Medici e Austria, qui riprodotto esposto da rovescio e dunque con le armi invertite. La Rotonda di Villa La Pietra, con l'arredo scelto ai primi del Novecento dagli Acton, in uno spazio di rappresentanza di assoluto riguardo e suggestione, ha ospitato per breve periodo i due arazzi affiancati; l'uno per rimanere poi nella sua sede abituale, e l'altro per rientrare agli Uffizi, ed essere temporaneamente esposto nel Vestibolo d'ingresso della Galleria. Erme, mascheroni e invenzioni manieriste di putti e drappeggi che fanno da quinte agli stemmi medicei con corona granducale, animano di figurazioni grottesche i due arazzi, di cui quello degli Uffizi risale ad un cartone di Alessandro Allori e alla manifattura medicea con tessitura di Guasparri Papini (1597 circa); l'altro - l'arazzo Acton restaurato grazie al contributo dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze - con le armi dei Medici e Austria, dipende invece da un cartone di Michelangelo Cinganelli ed è stato prodotto dalla manifattura medicea con tessitura di Jacopo Ebert von Asselt, tra il 1621 e il 1624.
Giovanna Giusti